venerdì 27 dicembre 2013

Tiriamo le somme

All'avvicinarsi della fine dell'anno (e della ripresa dei corsi) invece di cercare di mettermi a studiare algebra ho deciso di scrivere qualche opinione su quest'anno che è stato così strano e unico, ma che a conti fatti purtroppo non ha portato troppe cose di buone.

Sembra ieri, quando esattamente un anno fa ero arrivato al fatidico "final countdown", in quanto mancavano solo quattro giorni alla mia partenza alla volta dell'Australia.


Di sicuro un album a cui devo molto per avermi sostenuto durante i preparativi, tranquillizzato quando sono stato in crisi sia nel viaggio di andata che in qualche momento della mia permanenza Down Under e infine ripescato per poterci identificare con i testi, è di un gruppo che ho visto come spalla al concerto degli Opeth a Mila
no, i Pain of Salvation, che allora non conoscevo.

L'album Road Salt One è qualcosa di eccezionale, fuori dal comune, che spazia in moltissime emozioni, dall' urlo disperato di No Way:




 But still I'm crying, feels like bleeding from two self-inflicted wounds.
                       Young and helpless, treading water in a cesspool of maroon.


Feels like dying, feels like dying... But I'll live!

But I'll live!





ad un riferimento fin troppo ovvio per qualche persona, cantato in She Likes to Hide che più di una volta mi sono ritrovato a tuonare distruggendomi le corde vocali guidando in auto:





She told me that she'll be fine, and she's all mine,
But I'm pretty sure that she lied.
See, she likes to hide.


Il pezzo più straziante e commovente però penso sia proprio Sisters:


When all are dizzy and happy from too much wine
I leave the party behind
To be alone with my thoughts and this spinning mind
Through this cold night
But there she stands

(...)

If she looked me deep into my eyes
And softly asked me too
I'd be in her bed and in her flesh
And waste a life I knew

So I hold my breath and close my eyes
And focus on the wine
Let this trembling moment pass us by
So I could say goodnight

(...)

So we hold our breath, and close our eyes
And take a sip of wine
But this thirst has emptied every glass
And we should say goodnight

...God, help me say goodnight.


Per concludere l'elenco delle canzoni più significative di questo album, cito Of Dust, che riporta l'attenzione sul fallimento:


Come break my bones, come spread my ashes.
Come wear me down, come wear me down.

In life a king, in death a failure.
Come help me cry, come help me cry.

(...)

Dust in my throat, dust in my nostrils.
Dust in my mouth, dust in my eyes.
From dust I come, through dust I wander.
Dust I'll remain - dust all I am.


Quasi dimenticavo; in fondo, come ultima canzone, vi è il monito che l'autore si propone per non cadere nuovamente in errore, cosa che dovrò fare pure io. Signori, con un profondo sospiro, Road Salt:

This time I'll try not to get hurt
This time I'll stay untouched with pain and dirt
This time I'll stick to what I've learned
This time I'll fly so low I won't get burned


Maybe it's not enough
Maybe this time it's just too much
Maybe I'm not that tough

Maybe this time the road is just too rough
Walk down, so I sit down, mmh...

I've walked this road so many years
I've worn down all my boots, I've cried all tears
So many crossroads left behind
So many choices burned into my mind


(...)

To take me home
To take me home
To take me home
But I walk on





Un altro album che ha significato molto per me è stato la nuova release dei Daft PunkRandom Access Memories che a parte i due singoli semplicemente catchy, contiene delle descrizioni dei miei pensieri al tempo, in particolare Touch

Kiss
Suddenly alive
happiness arrive
hunger like a storm
How do I begin?
A room within a room
A door behind a door
Touch, where do you lead?
I need something more


Tell me what you see
I need something more



Oh, Hold on
If love is the answer you hold... hold on 



Touch
Sweet touch
You've given me too much to feel
Sweet touch
You've almost convinced me I'm real
I need something more
I need something more



E ora cambiamo un po' musica; sì, perchè nonostante sia diventata una canzone pop, quando lo divenne in Australia la detestavo abbastanza perchè sparata come sveglia dalla francese casinista di cui ho narrato nelle cronache "The Australian Days" che potete ripercorrere grazie al tag ad ogni articolo; ora tuttavia è una canzone che spesso e volentieri mi ascolto per celebrare piccole vittorie (vedi esami o avvenimenti). Questa canzone è Can't Hold Us. Sempre dall'album di MackelmoreThe Heist, sono degne d'attenzione Make the Money e Wing$.





Cecchè ne diciate, anche Get into my Car entra di pieno diritto nelle mie canzoni più ascoltate di questo anno.




Further updates (soon?) will come.































mercoledì 25 dicembre 2013

Il solito

Ancora una volta ci ritroviamo nel periodo festivo, con le sue solite sequenze di azioni: auguri, scartaggio di regali (e palle), golose abbuffate (probabilmente l'unico motivo per cui riesco a sopportare questo periodo) e la settimana prima di quella celebrazione così ritenuta importante che è il capodanno si trasforma in una caccia al tesoro di persone con cui passarlo, luoghi o troppo lontani o troppo costosi o troppo e basta, le spese, le storie, i saluti.

Questa seconda metà dell'anno dal ritorno dall'Australia è stata per me abbastanza piuttosto negativa (leggasi una merda).

Sì, perchè oltre alle delusioni di tipo sentimentale - decisionale - sociale, sono tornato e ho trovato tutto com'era prima; i miei genitori uguali, i luoghi e le persone che frequento uguali, le abitudini sempre quelle.

Io purtroppo sono cambiato, a detta di diversa gente, e sono piuttosto convinto che questa certa gente ometta volontariamente "in peggio".

Più cinico, svogliato, infastidito e con le sfere più traslate che mai.

Sopporto il frastuono delle riunioni familiari in ossequioso silenzio, cercando di trattenere i neuroni dal andare ad assalire la miriade di cuginetti urlanti che mi attorniano, ascoltando i discorsi "degli adulti" e sentendo che anche quelli non sono cambiati; l'hype al raggiungimento della mezzanotte del 24 dicembre è ai minimi storici.

Un po' questo comportamento da parte mia è voluto, un po' è indotto; nelle poche occasioni in cui decido di vedere se "unirmi" al "nemico" si rivela divertente, ne rimango ogni volta con l'amaro in bocca, vedendo che nelle occasioni successive viene richiesto a gran voce un tale comportamento, mentre io lo considero un grande errore; pertanto ritorno nel mio inattaccabile vocabolario di risposte striminzite onde evitare discorsi che sicuramente andrebbero a parare in argomenti dei quali o ne esce una discussione a millemila decibel o mi devo zittire per mancanza di informazione.

Senza contare poi che i commenti sul mio fisico sono stati quasi il topic della serata, fantastico oh.


Il pensare poi che un anno fa mi preparavo ad un salto in avanti dato dalla mia partenza verso l'altra parte del mondo, mi porta un po' di pensieri anch'esso, in particolare di nostalgia.
Non sto studiando abbastanza per l'esame di algebra e non so nemmeno se lo darò in gennaio, nonostante sappia già che si tratta di una pessima idea, ma d'altronde è di una difficoltà piuttosto rilevante.

Si preannuncia un capodanno all'insegna di tristezza e regrets.

Per concludere, non vi auguro quindi delle buone feste, augurio piuttosto vuoto e senza senso: dirò quindi, buoni pasti e che la digestione sia con voi.


lunedì 9 dicembre 2013

dicembre

E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che vi ho parlato delle mie vicissitudini, pertanto ecco qui un nuovo aggiornamento.

I corsi sono terminati e il periodo di "pausa" tra un esame e l'altro si preannuncia come insopportabile a causa delle solite persone che, nonostante la mia età, pesano come non mai sulla mia quotidianità in senso negativo.

A gennaio darò (o almeno, ci proverò) a dare l'esame di algebra, ovvero il secondo che mi manca e che si rivelerà essere uno scoglio parecchio difficile da superare.

Come al solito, in questa fredda stagione divento un po' così, strano (più del solito).

Sarà che l'anno scorso in questo periodo stavo affrontando gli ultimi giorni e mi preparavo a partire, sarà che da qualche giorno c'è stata una data che è per me importante (o lo sarebbe stato); sarà che la fine dell'anno è anche il momento nel quale ci si rende conto che, per quanto siano particolari e speciali le cose che facciamo durante gli altri mesi, arrivati a questo punto tutto si piega all'inesorabile susseguirsi dei giorni, ricordandoci, con le solite ricorrenze, che ogni anno è uguale, che finito l'anno ne inizia un altro, che è sempre la solita solfa.